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MiBACT – ICBSA

MiBACT – ICBSA (Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi)

L'ICBSA ha il compito di documentare, valorizzare e conservare il patrimonio sonoro e audiovisivo nazionale implementato dal deposito legale previsto dalla Legge n.106 del 15 aprile 2004. Il suo patrimonio è composto attualmente da oltre 300.000 supporti: dai cilindri di cera inventati da Edison, ai dischi, nastri, video fino agli attuali supporti digitali. Conserva anche una ricchissima collezione di strumenti storici per la riproduzione del suono: fonografi, grammofoni e altri apparecchi dalla fine dell'ottocento agli anni cinquanta. L'ICBSA ha altresì il compito di formulare standard e linee guida in materia di conservazione e gestione dei beni sonori ed audiovisivi, promuovendo, anche in collaborazione con altre istituzioni nazionali e internazionali, attività formative e approfondimenti tecnico-scientifici negli ambiti di competenza.

Le collezioni dell'Istituto sono formate da documenti registrati su ben oltre 300.000 supporti tra cilindri di cera, fili metallici, dischi, nastri, compact disc, videocassette, dvd, pervenuti tramite deposito legale, acquisto, registrazione di manifestazioni culturali promosse dalla Discoteca o da altri istituti, donazioni e convenzioni.

Le collezioni della Discoteca di Stato ed ora dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, sono pubbliche e consultabili tramite un catalogo a schede, con le accessioni fino circa al 1990 (ormai quasi totalmente riconvertito in digitale) e tramite un catalogo in linea, con possibilità di ricerca dati riguardante la quasi totalità dei documenti della collezione e con l'ascolto dell'incipit dei documenti sonori già digitalizzati.

L'istituto possiede anche una Biblioteca di oltre 13.000 volumi.

Recentemente è stato riordinato l'Archivio storico che, collocato presso l'Istituto, raccoglie la documentazione dell'evoluzione della Discoteca di Stato nel corso degli anni e nei mutati contesti storici e culturali.

L'Istituto ha messo a disposizione per la sperimentazione la Raccolta dei Canti del lavoro dei campi e dei mercati italiani (64 schede)

L’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi ha selezionato, all’interno del proprio patrimonio, ed in particolare nel Fondo AELM (Archivio Etnico-Linguistico-Musicale), una serie di documenti ritenuti rappresentativi del mondo del lavoro legato all’alimentazione, nel quadro della ricerca riguardante il Geoportale della Cultura Enogastronomica Italiana del MiBACT – Segretariato Generale per l’EXPO 2015.

In particolare, l’AELM rappresenta una delle collezioni più interessanti dell’Istituto, creato a partire dal 1962, per opera dell’etnomusicologo Diego Carpitella e del glottologo Antonino Pagliaro ed è caratterizzato da un’impostazione dialettologico-musicale.

La collezione comprende musica etnica e folklorica, narrativa di tradizione orale e favolistica, spettacoli e rappresentazioni popolari, musica liturgica e rituale, repertori dialettali delle isole alloglotte italiane e delle comunità italiane all’estero.

Al nucleo principale derivante dall’archivio AELM l’Istituto ha aggiunto anche una selezione di registrazioni tratte dai repertori discografici italiani legati al patrimonio folklorico nazionale, produzione che ha avuto un buon successo nel periodo compreso tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del secolo scorso, epoca particolarmente attenta all’enorme bagaglio di tradizioni popolari ancora molto presenti nella realtà sociale del Paese.

La prima scelta dei brani è stata effettuata sulla base dei soggetti trattati per un totale di sessantaquattro tracce equamente suddivise tra le venti regioni italiane. Il gruppo di brani selezionati permette di cogliere la complessità di un repertorio che mette in luce l’estrema varietà della tradizione popolare della musica legata al mondo del lavoro e dell’alimentazione, offrendo un panorama di forme musicali varie, repertori strumentali e vocali, tipologie esecutive complesse, oltre che evidenziare le diverse destinazioni d’uso delle composizioni musicali: da quelle intrattenitive e coreutiche fino a quelle processionali e rituali.

Non mancano le semplici intonazioni musicali che accompagnano i ritmi del lavoro e della pastorizia.

A questo primo blocco di ascolti sarà possibile aggiungere un ulteriore elenco in via di lavorazione.