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Video di micro-narrazione

Video di micro-narrazione

L'archivio "Video di micro-narrazione" si compone di diversi documenti filmici realizzati dal 2015 basati su un modello elaborato dai ricercatori dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche (Slow Food).

In particolare, i documenti sono il risultato di un progetto di ricerca mirato a verificare la possibilità di approfondire il dato etnografico di cultura orale in chiave temporale e geografica, restituendo tale complessità in forma accessibile anche ad un pubblico non specialista.

La sperimentazione è stata condotta inizialmente nell'areale delle Langhe direttamente dai ricercatori dell'Università per poi estendersi agli operatori di tutte le Regioni italiane, alle prese con questo nuovo modelli di valorizzazione di storie, terriori, elementi del patrimonio enogastronomico.

In seguito ad un corso di formazione dedicato, l'archivio è cresciuto grazie a Regione Friuli-Venezia Giulia, la prima Regione a realizzare nuovi video di micronarrazione (2016-2017) per mano degli operatori degli Ecomusei dei territori.

Sulla base dell'etnometodologia del racconto di vita autobiografico, sviluppato e sperimentato nel corso della ricerca "Granai della Memoria" (premio UE, Europa Nostra Awards 2016), l'indagine sul terreno è stata condotta intervistando testimoni della tradizione locale, approfondendo attraverso il loro sapere e vissuto venti oggetti materiali e immateriali della realtà locale lavorativa e festiva, del tempo della quotidianità e dell'eccezionalità.

La ricerca parte dal presupposto teorico che è impossibile sancire una netta cesura tra patrimoni tangibili e intangibili, ma che nell'analisi dei patrimoni la materialità si lega all'intangibilità, creando la densità della cultura locale. Il vissuto, l'esperienza del singolo diventa lo strumento per distendere la matassa della cultura nello sviluppo di una narrazione.

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Le narrazioni, dunque, mettono a fuoco, presentano, tracciano la storia culturale di attrezzi, quali il turibolo o la falce messoria, lavori, ad esempio la trebbiatura, ruoli sociali, quello del cantastorie, riti e ritualità, come quelli legati agli ex-voto ovvero alla festa del Micun, saperi gastronomici, è il caso del bunet o del tartufo, e altri tratti fondamentali dell'oralità della comunità, ad esempio quelli espressi dal canto popolare e dalle fiabe.

Per rimarcare la profondità storica del patrimonio culturale i filmati della narrazione del presente sono accompagnati dal fluire, in parallelo, di immagini di repertorio che attestano il bene culturale nel suo uso, nella sua espressione nell'arco del Novecento.

Complessivamente, quindi, i venti documenti completano una mappa di profondità di una comunità attraverso "trivellazioni" etnografiche della cultura locale che, al contempo, testimoniano la storicità del dato antropologico e la sua esperienza vissuta, la sua strutturale contestualizzazione all'interno delle dinamiche sociali del paese.

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