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Fonte: ICPI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
Categorie
Agricoltura
Autori:
Fabrizio Giacinti
Media

Potatura della vite . 1979/80

Contadino mentre pota la vite.

Una coltivazione molto lunga e complessa era quella della vite. Il lavoro iniziava durante l’inverno affinché, nell’impossibilità di innaffiare manualmente le piante, per l’irrigazione potesse essere utilizzata l’acqua piovana. Dopo aver tracciato i filari, i contadini piantavano i tralci, ad una distanza di circa un metro l’uno dall’altro. Le attività che annualmente si susseguivano erano quelle come l’estirpazione delle erbacce e l’allontanamento della terra dai ceppi, seguite dalla potatura, utile per spuntare i rami troppo lunghi e eliminare quelli inutili. Per evitare che il tralcio, ancora molto esile, potesse essere stroncato dal vento, gli si accostava una verga per sorreggerlo. Se curata in modo adeguato, la vigna già nel mese di marzo iniziava a produrre i rami da frutto.
I principali pericoli per la maturazione del frutto erano rappresentati, oltre che dai parassiti, dalla brina che poteva bruciarne i ceppi. Accorgimento fondamentale per garantire un adeguato sviluppo era anche quello di sfoltire le piantine quando il fogliame era troppo rigoglioso e non permetteva ai raggi solari di raggiungere i grappoli. Nel mese di settembre si poteva finalmente procedere alla vendemmia.

Roviano (RM), Italia Regionlazio
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