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Fonte: Granai della Memoria / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
Categorie
Archivi storici
Archivio:
Il tartufo Bianco
Autori:
Luca Percivalle, Pietro Schellino, Alessandro Ditommaso, Luca Percivalle, Remo Schellino
Giuseppe Santovito

Giuseppe Santovito

L’amore verso l’arte e la carriera lavorativa in Svizzera di Giuseppe Santovito non completano la sua vita, ritornato in patria si dedica alla raccolta del tartufo di San Pietro Avellana. Una passione che seguirà non con fine economico ma per un semplice benessere derivante dal rapporto con la natura; per lui il tartufo è definito come fungo dall’odore misterioso e la sorpresa è trovare pezzature differenti così come un cavatore d’oro.Con sé porta oltre la “scienza” tartufaia un aneddoto riguardante Sant’Amico, caro ai cittadini di San Pietro Avellana: dalla leggenda narrata questo monaco benedettino ha avuto il merito di far sì che nel bosco si scaturisse un ruscello d’acqua; questo ha inevitabilmente garantito giuste condizioni per lo sviluppo e la maturazione del tartufo scrivendo in modo indiretto e indissolubile un forte legame e un aiuto importante ai tartufai.Oggi le scollinate di Giuseppe seguono non il tempo che impercettibilmente svanisce con questa passione, ma in modo causale e non casuale fasi lunari e i trionfi di profumi individuati dai suoi cani.

San Pietro Avellana (IS), IT Regionmolise
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