A Morciano durante la Fiera del bestiame numeroso è il pubblico che affolla lo spazio espositivo, nel quale sono esposti tori maremmani; vi sono poi capre e pecore trasportate in braccio da alcuni uomini e i recinti dei bovini, dei suini e degli equini.Viene i stipulato un contratto all'uso paesano, sancito da vigorose strette di mano. L'odierna vocazione commerciale della cittadina di Morciano affonda le sue radici in una delle più grandi e antiche fiere stagionali della Romagna, quando i suoi mercati divennero il punto di riferimento per il mondo agricolo e artigianale del vasto territorio che comprende tutta la Valle del Conca. L'attuale Fiera di San Gregorio infatti nacque nel Medioevo come Fiera di merci e bestiame, che aveva luogo nei pressi del monastero cittadino di San Gregorio. La Fiera sin dalle sue origini era specializzata in bovini di razza romagnola e in cavalli; tra i prodotti più venduti figuravano i fichi secchi, acquistabili in cestini. La Fiera coincide con l’equinozio di primavera (21 marzo), da sempre importante momento di celebrazioni connesse con il risveglio e il rinnovo della vita nel mondo vegetale e più in generale con il culto della dea madre e della fertilità. Tra le tradizioni più singolari conservate dal patrimonio popolare, durante i giorni di festa si ritrova l’abitudine da parte degli osti e dei negozianti di appendere sulla porta della loro bottega una frasca che rimanda ad antichi simboli propiziatori e di buon augurio. Nel tempo la Fiera si è progressivamente sviluppata sino ad occupare l’intero abitato cittadino con numerosissimi stand gastronomici e bancarelle, esposizione di mezzi agricoli, vetrine di aziende artigianali locali, nonché luna-park con giostre e autoscontro per il divertimento dei più giovani.