Feste popolari
I ceci dei Morti
“Il giorno dei Morti, nella prima mattinata, si usava mangiare già per colazione, e a pranzo, se non lo si era fatto, una minestra di ceci. I ceci sono ammollati in acqua dal giorno prima e vengono fatti bollire in abbondante acqua salata con costolette spolpate (‘custiuori’) o cotiche di maiale od il sottogola (o le varie cose mescolate). In talune famiglie si usa lo zampino sempre di maiale […]. Se le castagne erano un piatto per il nucleo famigliare, i ceci dei Morti erano un piatto sociale almeno due generazioni fa, anzi, una questua. A Castellazzo, dove vi erano una quindicina tra trattorie e bettole, già alle tre del mattino venivano impostate nelle trattorie le operazioni per la minestra di ceci ed all’alba passavano i poveri, e non solo i poveri, con la scodella. I bambini prima di andare a scuola (si faceva festa solo ai Santi) facevano un giro con pentolini, li mangiavano, li portavano a casa per mezzogiorno” (Zucca, 1992, p. 118).
Oggi la trazione della minestra di ceci viene tenuta viva dal locale gruppo Alpini, che il 2 novembre prepara questo piatto presso la propria sede.
