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allestimento addobbi floreali

"Tavole di San Giuseppe": saperi sulle "tavole di San Giuseppe"

A Giurdignano vi è la tradizione diffusa di allestire annualmente banchetti rituali denominati "tavole di San Giuseppe". La tradizione è viva e non ha mai subito interruzioni. Le "tavole", allestite sin dalla sera della vigilia della festa (che cade il 19 marzo) e ricolme di cibo, sono la messa in scena rituale di un pasto a cui partecipano 13 "santi", familiari o persone del paese che rappresentano alcuni personaggi della Sacra Famiglia, invitate dalla padrona di casa a consumare il cibo. I "santi" invitati, devono essere in numero dispari, minimo tre e massimo tredici. Sono in tante le famiglie ad organizzarle, se ne possono contare 70-80, su circa 1800 abitanti (450 famiglie). Da qualche anno si è
scesi a 65-68, ma a Giurdignano il numero resta alto rispetto ai paesi vicini. In passato i cibi esposti sulle "tavole" erano tutti cucinati, mentre oggi sono spesso presentati crudi. Le pietanze, cucinate in casa il giorno stesso, devono essere nove. Per ogni portata che si prepara vengono sempre recitate delle preghiere (esiste anche una preghiera di San Giuseppe,
"O che giubilo o che allegrezza"). Per il banchetto si inizia dai "lamponi" (cipollotti selvatici), conditi con olio e aceto, come antipasto. Poi broccoletti, ceci, vermicelli, pasta ("maccheroni") con il miele, stoccafisso, pesce, frittura tradizionale (dolci salentini, col miele, "struffoli", "pittule"). Il pane, sempre presente sulle "tavole", come il vino e la frutta, ha una particolare importanza. Sul pane, a forma di ciambella, su cui sono riportati vari simboli (il bastone per San Giuseppe, la corona per la Madonna, le "tre paci", simbolo della Trinità, per il Bambinello), viene inserito un arancio. Si fa cuocere nei forni. Una volta si preparava e cuoceva in casa nei vecchi forni di pietra, che adesso non esistono più. I panettieri iniziano circa quindici giorni prima la produzione del pane per San Giuseppe, e già un mese prima si distribuiscono i panini benedetti. Qualche famiglia prepara una piccola quantità di vermicelli già dai primi di marzo e si può passare nelle case con dei piattini o pentolini a prendere la pasta. La "tavola" si "aggiusta" dal pomeriggio tardi della vigilia fino mezzogiorno del 19, quando - dopo la benedizione del parroco - inizia il rito di consumazione delle pietanze. La consumazione dei cibi non è completa, si fanno degli assaggi. Chi impersona la figura di San Giuseppe "comanda" l'inizio e la fine dell'assaggio con un colpo o due di forchetta sul piatto. La "tavola" viene allestita nella stanza più importante della casa, con il quadro di San Giuseppe e qualche fiore. Per l'occasione si utilizzano tovaglie bianche, quelle più belle e ricamate. Al posto riservato a San Giuseppe nella "tavola" viene appeso e legato un bastone fatto di fiori. Si dicono delle preghiere prima di iniziare; comincia a recitarle la padrona di casa e poi inizia il consumo del cibo il cui avvio è dato dal tocco della forchetta su un piatto effettuato da San Giuseppe. Ad ogni portata egli dà un colpo con la forchetta, dice il Padre Nostro, l'Ave Maria, il Gloria al Padre, assaggia e passa al piatto successivo, fino alla fine delle portate. Ciò che resta del pasto viene portato a casa dai "santi", che lo consumano o lo distribuiscono a loro volta. In passato tale ruolo era riservato agli indigenti (le persone bisognose arrivavano anche dai paesi vicini per poter consumare il cibo), oggi partecipano coloro che sono più vicini alla famiglia e si tendono a confermare sempre le stesse persone. Il paese è interamente coinvolto e, essendo la cerimonia pubblica, arrivano anche visitatori dai paesi limitrofi e da regioni limitrofe, ad esempio le scolaresche che provengono dalla Sicilia o dalla Calabria. Le porte sono aperte: la gente arriva, osserva, riceve il panino benedetto. Da una decina di anni la Pro Loco organizza la "Grande Tavola" in piazza, in cui tutte le portate sono cucinate e vengono invitati i "santi" secondo un tema che viene individuato annualmente. Per la parte religiosa della festa vengono officiate delle messe solenni, il 18 sera e la mattina del 19. Il 18, nel tardo pomeriggio, si effettua la processione per le strade del paese e contemporaneamente si effettua la benedizione delle "tavole". Chi organizza le "tavole" non occupa una particolare posizione all'interno del corteo processionale.

Osservazioni
La famiglia che ha fornito le informazioni sulla festa è tra le poche a cucinare interamente le portate per la tavola. Essa allestisce la tavola ininterrottamente da 47 anni, da quando la "mamma" (la madre della più anziana informatrice, nata nel 1888 e scomparsa nel 1969) è stata male ed ha fatto un voto a San Giuseppe. La famiglia non utilizza per l'allestimento addobbi floreali, si è voluta conservare la sobrietà della prima tavola che fu realizzata per 13 santi ("Perché la sentiamo veramente come miracolo fatto"). Da allora la tavola viene preparata per 5 santi: San Giuseppe, Gesù Bambino (impersonato dall'attore più piccolo), la Madonna, Sant'Anna e San Gioacchino. A Giurdignano non c'è l'uso di effettuare la progressione da 3 a 13 e tornare indietro, come rilevato a Poggiardo. Al paese si riconosce il primato per l'allestimento delle tavole di San Giuseppe. Esiste un fiore comunemente denominato bastone di San Giuseppe (gladiolus byzantinus), ma è difficile reperirlo dai fiorai, si può trovare in qualche giardino o nelle campagne.
Giurdignano (LE), Italia Regionpuglia
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