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passato rispetto

Tecniche tradizionali di pesca del lago di Bolsena: "mettere a coregone" con le "retoncine a fonno"

Nel tardo pomeriggio il pescatore sistema sulla barca diversi "fusti" di "retoncine" "a fonno" per la pesca del coregone. Accende il motore e si dirige verso la località prescelta per "mettere" le reti. Una volta giunto sul posto, il pescatore spegne il motore della barca e getta il galleggiante colorato che permetterà di ritrovare le reti la notte seguente all'alba, quando andrà a "cavare". Il pescatore lega poi la fune del galleggiante all'estremità della prima rete; riaccende il motore della barca mettendolo al minimo e, procedendo nella direzione da lui scelta, inizia lentamente a mettere le reti. Prende con la mano sinistra dal fusto la prima rete messa "a manciatella" insieme all'anello e con la mano destra la fa scivolare in acqua, dispiegata, tenendo con la stessa mano il "sagolettino", in modo da tirare la rete per farla stendere bene nell'acqua. Alla fine di ogni rete il pescatore getta in acqua un anello di ferro della misura di circa 15 centimetri di diametro, che serve a tenere la rete dritta in acqua. L'operazione viene compiuta dal pescatore stando in piedi alla poppa della barca. Quando un "fusto" di reti finisce, il pescatore lega l'estremità dell'ultima rete all'estremità della prima rete del nuovo "fusto". Quando ha terminato di "mettere", il pescatore lega con una "cappia" l'estremità dell'ultima rete con la fune che da alla rete la profondità, che viene misurata a occhio, alla quale è legato il secondo galleggiante, che viene gettato in acqua.

Osservazioni
Il coregone è un pesce introdotto nel lago di Bolsena intorno all'inizio del Novecento proveniente dai laghi del Nord. E' un salmonide le cui carni negli ultimi anni hanno iniziato ad essere molto apprezzate sul mercato; è infatti l'unico pesce del lago, insieme ai lattarini e alle anguille, ad avere un commercio di una certa consistenza rispetto a lucci e tinche, mentre i persici erano molto pescati in passato rispetto ad oggi. La pesca al coregone nel Lago di Bolsena viene effettuata quasi tutto l'anno tranne dicembre e gennaio. Rispetto al passato, quando il coregone non era molto presente nel lago e venivano pescati maggiormente altri tipi di pesci (tinche, lucci), oggi il mercato richiede ai pescatori soprattutto il coregone (ed i lattarini). Per questo la pesca al coregone è stata incrementata anche attraverso le semine che vengono fatte facendo riprodurre gli avannotti del coregone negli incubatoi. Nel mese di gennaio, infatti, la pesca al coregone è proibita perché il pesce "butta ll'ova". Viene così pescato, spremuto dai pescatori a terra, le uova vengono mischiate con il latte (dei pesci maschi) e le uova vengono portate nei due incubatoi di Marta e di Bolsena. Qui si attende che le uova fecondate si schiudano e che gli avannotti diventino sufficientemente grandi per sopravvivere nel lago; dopodichè vengono rigettati in acqua. I principali predatori dei coregoni e delle uova sono i gamberi killer (gamberi della Louisiana), introdotti di frodo negli ultimi anni nel lago e il blackbuss, cioè il boccalone, o persico-trota, vorace predatore. In passato la pesca al coregone non era praticata molto dai pescatori perché richiede un equipaggiamento notevole di reti (diverse ncotte), quindi centinaia di reti, cosa che i pescatori poveri del passato non avevano. In passato era infatti praticata di più una pesca di costa a lucci, tinche e lattarini con gli artavelli, soprattutto con gli artavelletti co' la pertica, che oggi sono proibiti. In passato altri tipi di pesca predominavano sulla pesca del coregone: la bollonara (pesca tradizionale di tinche e lucci di grandi dimensioni), la botta (o mazzeata) (per la pesca di costa), le cefolare per la pesca dei cefali, e le artane o mazzeatura, la bastardona e lo zoccolotto, tutte reti oggi in declino, anche perché alcune, come lo zoccolotto, sono proibite. Le reti a fondo sono alte circa 3 metri; possono andare dai 20 ai 50-60 metri d'acqua. In questo caso rilevato il pescatore ha messo reti del 40 (misura della maglia) in un fondale di 40 metri. Da notare che il pescatore non possiede ecoscandaglio; egli quindi conosce solo attraverso la propria esperienza tutti i fondali del lago senza bisogno di attrezzature elettroniche. Le retoncine oggi sono fatte di nylon e sono reti che vengono comprate già fatte; vengono però preparate dai pescatori, cioè armate con il sagolettino superiore, l'anello, i suretti e la sagola piombata in basso.
Grotte (VT), Italia Regionlazio
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