Saperi e tecniche
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Tecniche tradizionali di pesca del lago di Bolsena: "mettere a coregone" con le "retoncine a fonno"
Nel tardo pomeriggio il pescatore sistema sulla barca diversi "fusti" di "retoncine" "a fonno" per la pesca del coregone. Accende il motore e si dirige verso la località prescelta per "mettere" le reti. Una volta giunto sul posto, il pescatore spegne il motore della barca e getta il galleggiante colorato che permetterà di ritrovare le reti la notte seguente all'alba, quando andrà a "cavare". Il pescatore lega poi la fune del galleggiante all'estremità della prima rete; riaccende il motore della barca mettendolo al minimo e, procedendo nella direzione da lui scelta, inizia lentamente a mettere le reti. Prende con la mano sinistra dal fusto la prima rete messa "a manciatella" insieme all'anello e con la mano destra la fa scivolare in acqua, dispiegata, tenendo con la stessa mano il "sagolettino", in modo da tirare la rete per farla stendere bene nell'acqua. Alla fine di ogni rete il pescatore getta in acqua un anello di ferro della misura di circa 15 centimetri di diametro, che serve a tenere la rete dritta in acqua. L'operazione viene compiuta dal pescatore stando in piedi alla poppa della barca. Quando un "fusto" di reti finisce, il pescatore lega l'estremità dell'ultima rete all'estremità della prima rete del nuovo "fusto". Quando ha terminato di "mettere", il pescatore lega con una "cappia" l'estremità dell'ultima rete con la fune che da alla rete la profondità, che viene misurata a occhio, alla quale è legato il secondo galleggiante, che viene gettato in acqua.
