Feste popolari
Festa della Confraternita
Apprendiamo, dalle ricerche di Patrizia Giudice, che la Confraternita religiosa del Gonfalone di Sampeyre, costituita ormai soltanto da pochi uomini anziani, ha ripreso a celebrare il cambio della carica da sottopriore a priore dopo un'interruzione durata più di vent'anni. Tale cerimonia si svolge nella Chiesa della Confraternita, sita nella via principale di Sampeyre, il 6 gennaio. Verso le ore 9 gli appartenenti alla Confraternita si ritrovano nel coro della Chiesa per indossare il camice bianco e preparare i testi da utilizzare durante la cerimonia religiosa che ha avuto inizio intorno alle 9,30, con l'arrivo del Parroco. E' infatti quest'ultimo che incomincia a leggere alcuni passi in latino, al termine dei quali vengono intonati il "Veni Creator" e alcuni salmi che precedono il momento culminante della cerimonia, il passaggio di carica: il priore che sta per lasciare il suo incarico prende in mano la croce e segna il sottopriore che diventa in tal modo il nuovo priore. Durante tale cerimonia, il Parroco pronuncia i rispettivi nomi dei due attori che stanno compiendo il rito religioso, che giunge così alla sua conclusione. La scelta del nuovo sottopriore spetta invece a colui che diventa priore, il quale nei mesi precedenti al cambio di carica chiede a qualche conoscente o assiduo frequentatore della parrocchia se vuole assumersi tale incarico. Solitamente si cerca di orientarsi verso una persona con la quale si sa già di andare d'accordo, poichè il rapporto tra priore e sottopriore deve essere di collaborazione e necessita quindi, di buona intesa. Questo si può dire sia l'unico requisito richiesto per poter diventare sottopriore e due anni dopo priore, oltre a quello, ancora in vigore, concernente la necessità di essere sposati. Nel caso in cui non si possa più assolvere a tale incarico, l'importante è cercarsi un sostituto, cosa non sempre facile da realizzare, data ormai la scarsa disponibilità e disinteresse dimostrato dalla popolazione in questi ultimi anni. E' evidente come la ripresa della celebrazione del 6 gennaio abbia portato con sè sensibili variazioni riguardanti anche la durata, un tempo maggiore, e la partecipazione, che si può dire ormai inesistente. Una volta invece, la cerimonia era caratterizzata dalla presenza delle donne che facevano parte della Confraternita, le quali indossavano un camice color nocciola e si disponevano nei banchi al fondo della Chiesa. Distribuiti nel resto dei banchi vi erano poi un buon numero di abitanti del paese che era solito riunirsi nella Chiesa con i membri della Confraternita anche per altre ricorrenze come il giorno dei Santi, in cui ci si ritrovava al mattino presto e per due ore si recitavano i salmi, o nel caso di qualche funerale per cantare insieme i salmi dell'Ufficio dei morti. Sempre per quanto concerne le differenze rispetto ad un tempo, nella funzione riguardante il cambio della carica del 6 gennaio, emergono da alcune testimonianze, importanti ricordi circa la presenza di quattro preti durante la celebrazione e, al termine di essa, il tradizionale ritrovo per il pranzo di soli uomini. Invece, per la cena era prevista anche la presenza delle donne della Confraternita, ed essa veniva offerta dal nuovo priore il quale sapeva già di spendere una cifra, per quei tempi piuttosto considerevole, corrispondente alla vendita di una mucca. Questo particolare mette in risalto quanto chi si assumeva tale incarico fosse convinto e credesse veramente in ciò che faceva. Oggi la tradizione della cena offerta dal nuovo priore prevede la sola partecipazione del Parroco e dei membri della Confraternita. Essi, pur avendo un'età compresa tra i 50 e gli 80 anni e quindi avendo già partecipato a queste funzioni, hanno perso quella forte convinzione e impegno religioso che un tempo li caratterizzava, scoraggiati probabilmente dall'effettivo disinteresse da parte della popolazione di Sampeyre per questo tipo di festività. Infatti la riapertura della Chiesa e la ripresa di alcune funzioni, si è verificata, si può dire, casualmente per la richiesta di una signora di Sampeyre di poter celebrare una funzione religiosa nella Chiesa della Confraternita, che ormai stava andando in rovina. Questa richiesta ha trovato un appoggio nella buona volontà di due abitanti del paese, tra cui il proprietario del negozio di ferramenta sito di fronte alla Chiesa, Giachino Francesco, entrambi già membri della Confraternita, che hanno deciso di investirsi dell'incarico di massari e di incominciare ad occuparsi dei lavori più urgenti di restauro di cui la Chiesa aveva bisogno per poter essere riaperta (Giudice, 1989, pp. 107-114).
