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Il tartufo Bianco
Giovanni Soloni
Con il sorriso stampato in faccia Giovanni Soloni racconta la sua esperienza di ricercatore di tesori culinari. Il tartufo è una passione tramandata dal padre, seguendo le sue orme ha appreso tutto ciò che c’è da sapere attorno questo mondo magico. Nel corso degli anni abbandona qualunque attività pur di andare alla scoperta di tartufi, inseguendo dettami della luna e traiettorie dei suoi cani.Dall’intervista emerge come anche i maiali erano un tempo utili alla ricerca, visto il loro sviluppato olfatto: «il maiale sente il tartufo un palmo prima»; salvo poi allontanarlo immediatamente per evitarne il divoramento.Il legame tra la regione umbra e l tradizione tartufaia è piuttosto recente, nonostante ciò la ricerca viene svolta in modo sapiente tra miti e riti strettamente legati a fasi lunari, conoscenze “scientifiche” delle piante tartufigene e ritualità calendariali.In conclusione, per Giovanni non vi è dubbio sul potere afrodisiaco del tartufo; la cosa certa è che non esistono pozioni magiche , e non c’è dubbio che un oggetto così prezioso venga regalato ad una donna, ma l’amore di Giovanni verso il tartufo oggi continua in compagnia di suo figlio.