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Fonte: Granai della Memoria / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
Categorie
Archivi storici
Archivio:
Il tartufo Bianco
Autori:
Luca Percivalle, Pietro Schellino, Alessandro Ditommaso, Luca Percivalle, Remo Schellino
Sante Paglialunga

Sante Paglialunga

Sante Paglialunga comincia ad appassionarsi del tartufo nella piccola località di San Martino di Sellano. “Mio nonno andava a tartufi, mio padre no”, tutto ciò suscita in lui una curiosità che si è immediatamente mescolata alla bellezza del tartufo e delle giornate dove il sole è in perfetta sintonia con la natura.Allora, non avendo cani utilizzava la cosiddetta “frasca”: una pratica che portava lì dove si vedeva muoversi la mosca marroncina (mosca del tartufo), estasiata dall’esplosione di profumo del tartufo.Oggi sottolinea come l’addestramento dei cani sia una parte fondamentale della ricerca in connessione alla capacità dell’uomo di riconoscere tartufaie, ai saperi legati alla luna e alla cosiddetta “callafredda”(calda-fredda), un fenomeno atmosferico piovoso che produce uno sbalzo termico durante le afose giornate di agosto.

Sellano (PG), IT Regionumbria
Geolocalizzazione:
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Giovanni Soloni