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Paolo Ciapparelli
Paolo Ciapparelli, intervistato dai ragazzi dell'Università di Scienze gastronomiche, è il presidente dell'associazione Produttori Valli del Bitto storico nata per valorizzare la produzione d'alpeggio ottenuta nell'area storica: le Valli di Albaredo e Gerola ottenendo persino la chiocciola di Slow Food.Il Bitto è, senza dubbio, uno dei simboli della produzione casearia lombarda: formaggio di grande tradizione e straordinaria attitudine all'invecchiamento, è legato in maniera profonda alle montagne da cui prende origine. Il nucleo storico della sua produzione si trova nelle valli formate dal torrente da cui prende il nome: Gerola e Albaredo, in provincia di Sondrio. Il formaggio che si produce negli alpeggi di queste valli, a un'altitudine che va dai 1400 ai 2000 metri, conserva caratteristiche speciali.Una pratica fondamentale, promossa dai produttori storici, è la monticazione, insieme alla mandria bovina, delle capre Orobiche. Il latte di questi animali entra per un 10, 20% nella produzione del Bitto e gli conferisce una speciale aromaticità e persistenza.Il Bitto giustamente stagionato è straordinario da tavola, e quando poi si prolunga l'affinamento per 6, 7 anni o più, diventa uno dei rarissimi formaggi da meditazione del mondo.Nell'intervista, Paolo Ciapparelli, si espone su temi caldi quale il problema della D.O.P. del Bitto e il problema dei sussidi della PAC (Politica Agricola Comunitaria) per l'alpeggio. Inoltre parla dell'importanza del pascolo in alpeggio e le radici ideologiche dalle quali è nata l'idea di Bitto storico.