Saperi e tecniche
produttore Onano Lazio Arsial Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura 1 marzo 2000 Camilli anni '60 viterbese anni '70 2004 1998 ultima 50 quintali all'anno anni '50 15 20 quintali un produttrice ultimo coltivatrice oggi quindici anni fa quinta Un
Antica lenticchia di Onano seme grande Marco Camilli varietà di lenticchia presidio Slow Food seme originario famiglia del nonno paterno lenticchia di Onano forti conflitti locali soglia della sua scomparsa antico cultivar del Lazio giovane produttore rischio erosione genetica seme piccolo ricchezza di Onano vecchi produttori attuale unico produttore di questo seme originario metodi tradizionali vita lenticchie ultima coltivatrice riconoscimento di questo antico seme antico della lenticchia scarsa resa produttiva vecchi contadini legge regionale nonno prima Figlia di contadini attuale produttore quinta elementare produttore Camilli quintali di lenticchia forte rischio erosione famiglia Camilli Onano del seme originario vita produttrice di lenticchie seme piccolo commerciale Agenzia Regionale attuale coltivatore Registro dell'Arsial attuale coltivatore Camilli locale cooperativa orlo della scomparsa donna Innovazione dell'Agricoltura ultima coltivatrice del seme originario varietà commerciale madre di Marco Camilli antichi metodi di coltivazione nonno marito dei terreni
Saperi sulla coltivazione, la pulitura e la conservazione della "antica lenticchia di Onano"
La lenticchia di Onano è una varietà di lenticchia a seme grande e variegata (è grossetta ed è macchiata marroncina, non tutta ma via via. Ha i semi più grossetti. Il colore so' gialletti, che poi via via ogni lenticchia ha del rigetto). Tradizionalmente la lenticchia veniva seminata prima di Natale, a volte anche dopo, ma sempre in pieno inverno (gennaio/febbraio) e raccolta in estate a luglio. Veniva seminata "col somaretto e l'aratello", a mano, con una tecnica detta "a postarelle", veniva cioè seminata a mano a una distanza di seme di circa un palmo. I semi erano lanciati sul terreno a mucchietti e poi coperti con il rastrello. La raccolta invece tradizionalmente si faceva a mano, nel mese di luglio, di notte, a partire dalle 3 per evitare che il sole durante la raccolta (le piante venivano tirate e non falciate) facesse aprire i baccelli facendoli cadere sul terreno: noi s'annava via alla mattina presto, anche alle 3 della notte e s'andava lì e se tiravano co' le mano, all'antica, si tiravano co' la mano e s'ammucchiavano a mucchi. Una volta tirate, le piante venivano messe nei "pannaroni" e battute ("roncate") con il "correato", per poi essere tirate a vento con la pala per separare il seme dalla "lulla" ("la madre del lenticchio"), che veniva data da mangiare agli asini. La battitura delle lenticchie sui "pannaroni", con il "correato", veniva fatta da due persone che simultaneamente battevano le piante con una tecnica particolare in modo da non sbattere l'uno con l'altro, come una danza (se batte la manfrina). Una volta battuta la pianta, i semi cadevano sul fondo del "pannarone" mentre la paglia rimaneva sopra. Questa paglia veniva tolta con un forcone di legno. Dopo aver levato la paglia con il "forcone" le lenticchie si "conciavano" con la pala di ferro e dopo con i "corvelli", setacci della misura delle lenticchie e con il "capisteo", una tavola di legno per il controllo visivo. In passato, dopo la raccolta, per evitare un parassita chiamato "bagaglione" (tonchio), veniva usato il "solfuro" ("sulfurio"), una sostanza chimica oggi non più in commercio perché tossica. Il "solfuro" era una sostanza acquosa che veniva usata diffusamente sia dai commercianti che dai privati per uccidere i parassiti delle lenticchie che potevano svilupparsi subito dopo la raccolta e la pulitura. I commercianti che trattavano quintali di lenticchie usavano dare questa sostanza direttamente nell'aria del magazzino, dopo aver sigillato porte e finestre. I privati, invece, che avevano piccole quantità di lenticchie per casa, usavano il prodotto nei secchi di plastica per il vino ("bigonzi") sigillati, nei quali avevano messo le lenticchie e qui le lasciavano una decina di giorni. Dopodiché le facevano stare all'aria. Oggi le lenticchie vengono tenute due settimane nei congelatori dentro sacchetti in modo che muoia il "bagaglione". Una volta uscite dal congelatore, le lenticchie vengono lasciate asciugare su un panno prima di metterle nei sacchi per la conservazione: sennò fanno el bagaglione, fanno quei vermetti.
