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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Lavorazione del pane carasau: conservazione

I fogli di pane carasau appena sfornati restano rigidi e croccanti. Una donna sovrappone i dischi biscottati adagiandoli su un supporto ligneo poggiato sul pavimento che funge da base. Si forma così una consistente pila di pane, pira de pane, che viene leggermente pressata in cima con un altro supporto ligneo, simile al quello usato come base. Successivamente la donna srotola un lungo e robusto panno, pannu de ispica, di colore chiaro a strisce scure e lo stende lateralmente sulla pila di pane fasciandone la circonferenza. La sommità dei fogli di carasau, viene interamente ricoperta con cura mediante funzionali ripiegature, affinché il pane rimanga protetto dall’umidità e dalla luce. I fogli accatastati e ben coperti sono pronti per la conservazione. Dopo la seconda infornata che conferisce al pane la sua caratteristica biscottatura, il carasau deve essere nuovamente impilato (appirare) su un piano orizzontale per favorirne la giusta rigidità e compattezza che eviterà sbriciolamenti durante la conservazione. Per consentire una maggior durata, la pila di pane carasau si avvolge in un apposito panno detto pannu de ispica, tessuto con lino greggio e stoppa che anticamente faceva parte del corredo della donna. I panni venivano confezionati con dimensioni tramandate oralmente: tre palmi di larghezza (poco più di cinquanta centimetri), fino a quattro metri di lunghezza. Le sfoglie, essendo ben cotte, non sono soggette ad attaccarsi l'un l'altra, pertanto è possibile sovrapporle. A volte due sfoglie di carasau potevano essere ripiegate insieme, lungo il diametro, per essere più comodamente conservate e trasportate nella bertula, la bisaccia del pastore. Durante la transumanza, il pastore portava con sé ampie scorte di carasau, poiché la caratteristica principale di questo pane è quella di durare a lungo nel tempo. Le donne si occupavano di preparare le bisacce (sas bertulas), inserendo la giusta quantità di fogli biscottati, definiti in altre zone carta da musica, avvolgendoli con teli di lino bianchi sas telas. Il restante pane prodotto in casa veniva conservato in un luogo lontano da fonti di umidità, dentro capienti cestini in asfodelo, hanisteddas. Per quest'uso particolare i canestri spesso venivano foderati con un tessuto di cotone, talvolta colorato e ornato con motivi di fantasia.