Questo sito utilizza cookie tecnici per il tracciamento anonimo degli accessi. Utilizzando i servizi di questo sito accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni
Torna alla ricerca

Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
Categorie
Saperi e tecniche

Lavorazione del pane carasau: preparazione dell’impasto

L’impasto del pane viene lavorato in una grande madia rettangolare di legno,iscivu, da due donne, con energici movimenti delle braccia. Al fine di aumentare la pressione sulle due porzioni di pasta, che pian piano prende corpo, le donne usano i palmi delle mani, cariare, e anche i pugni chiusi, con particolari torsioni dei polsi sulle nocche, cumossai. Le due porzioni di pasta ottenute vengono rimescolate di continuo, spongiai, fino a raggiungere la consistenza desiderata. In seguito una delle due donne con un coltello divide una porzione d’impasto in più parti, per effettuare la successiva lavorazione della sfoglia. Le due donne che eseguono l’impasto vestono lunghe gonne scure, una di esse indossa la tipica camicia bianca di cotone, con ampie maniche arrotolate sui gomiti; l’altra una maglia scura aderente al corpo, un grembiule di tela bianco legato in vita. Entrambe hanno uno scialle scuro che fascia per intero la testa, mucadore, munito di sottili frange cascanti. La lavorazione del carasau comincia alla sera con la preparazione del lievito “naturale” sa madrihe. Si tratta di un tocco di pasta inacidita conservato dalla cotta precedente, e lasciato dentro una ciotola in un luogo della casa fresco e asciutto. Prima dell’alba il lievito viene mescolato alla semola, detta anche farina sarda, che si ottiene dalla macinazione del grano duro. Il composto, formato da: acqua, farina e lievito, viene lavorato fino ad ottenere la consistenza voluta. Dopo aver impastato il prodotto lo si lascia riposare per alcune ore dentro le corbule, le tipiche ceste in giunco circolari, che vengono per l’occasione rivestite con tovaglie e candidi teli d’orbace. Il carasau è un pane a grandi sfoglie circolari, simile ad una cialda sottile, rimane croccante e senza mollica. Le sfoglie hanno un diametro variabile tra 15 e 40 centimetri e pochi millimetri di spessore. Il colore della superficie, una volta uscito dal forno, è dorato. L’etimologia deriva da carasare che significa tostare, infatti sa carasadura è il momento in cui il pane viene rimesso nel forno per la cottura finale rendendolo croccante. Date le sue caratteristiche, il carasau è particolarmente adatto per essere conservato a lungo in un luogo asciutto, al riparo da aria e luce. Le origini di questo tipo di pane sono antichissime; veniva prodotto dalle famiglie dei pastori nelle aree montane per consumarsi durante il periodo della transumanza.