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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Lavorazione del sale dolce di Cervia

Un gruppo di volontari, discendenti di antiche famiglie di salinari cervesi, con gesti ripetuti e con l'utilizzo del gavare (una sorta di rastrello in legno) rompono la lastra di sale che si è formata sul fondo della vasca e lo ammucchiano sul bordo. Gli attrezzi sono tutti di legno e fatti a mano, ormai sbiancati dal tempo e dal sale. Mentre l'acqua residua viene eliminata lungo canaletti di scolo, con la pala si raccoglie il sale in piccoli panieri di legno. Tutto il sale della vasca così raccolto viene caricato su una cariola. La cariola carica viene portata fino alla tomba dove il sale viene ammucchiato in cumuli regolari. La fine dell'estate segnata dal mese di settembre, metteva fine alla raccolta ed era il momento di caricare tutto il sale sulle burchielle e di tirarle a forza di braccia lungo il canale fino ai magazzini. Il Porto Canale è la via di comunicazione tra le antiche saline ed il Mare Adriatico, luogo di commercio e di scambio, ancora oggi è affollato di barche sia da riporto che da pescherecci. E' un pò il cuore della vita cittadina. Tra tutti gli altri edifici si stagliano i grandi magazzini del sale e la mole tozza e quadrata della torre di guardia, chiamata di San Michele che reca sul portale un rilievo in marmo bianco che raffrigura il Santo che trafigge un drago. La poderosa costruzione era stata voluta per proteggere l' oro bianco dalle incursioni piratesche. I centri costieri dell'adriatico e soprattutto il sale erano bersaglio preferito dalle navi corsarie tanto presenti in mare. Oggi queste non ci sono più e la torre è ancora presente. Nei magaazini sul canale veniva raccolto e conservato tutto il sale accumulato prima di essere venduto. Queste furono costruite alla fine del Seicento. Al loro interno oggi vengono conservate le testimonianze del lavoro nelle saline. Nella salina Camillone, detta così per il nome di un suo proprietario, un gruppo di volontari discendenti da antiche famiglie di salinari cervesi, tramanda il metodo appreso dai padri e testimonia gesti ripetuti con sicurezza e sapienza provenienti da una esperienza millenaria. La raccolta avviene ogni giorno, è un metodo portato in Europa dai cinesi che per primi si erano resi conti che era più reditizio suddividre l'acqua in tante piccole vasche piuttosto che lasciarle evaporare in un solo grande bacino. In questo modo i sali più amari come il cloruro di potassio e di magnesio non hanno il tempo di formarsi e vengono eliminati con le acque madri che ritornano a mare. Resta un sale delicato che viene chiamato "dolce" e Cervia è l'ultimo luogo in Italia dove si conserva questo antico procedimento. E' un lavoro duro a piedi nudi sempre sotto il sole ed all'aperto. Nella metà di settembre si svolge in città la rievocazione di un evento che era importante per tutta la comunità, la rimessa del sale. Nel 1782 si giunse a costrutire un padiglione per ospitare l'Arciduca Ferdinando d'Austria e sua moglie Maria Beatrice che vennero a posta da Milano per vedere la rimessa. In segno di augurio e di fortuna i volontari delle saline in questa ccasione regalano il sale. Lungo l'Adriatico il sale Cervia veniva trasportato fino a Venezia.