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Fonte: ICPI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
Categorie
Feste popolari
Autori:
Dario Antonetti
Media

Festa di S. Antonio Abate. "Gara della spaghettata". 1983

Gara della spaghettata in onore della Festa di S. Antonio Abate, protettore degli animali e dei cibi.

Le moltissime feste che durante il corso dell' anno vengono celebrate nel Lazio, che spesso risultano legate a ricorrenze del calendario religioso, hanno la loro origine in antichissime tradizioni agricole e pastorali delle popolazioni locali. Spesso erano riti per propiziare la fertilità della terra e conseguenti abbondanti raccolti e si svolgevano in massima parte nei periodi più critici dell' anno: nel periodo invernale i riti miravano alla purificazione dagli influssi negativi accumulati nell' anno trascorso e a proteggere le popolzioni dai cattivi influssi della vita, proprie di questo periodo le feste di Carnevale. Il periodo primaverile costituisce per il contadino il rinnovamento, la nascita dei nuovi frutti e tutti i riti erano destinati a convincere la natura a germinare nuovi frutti e per il pastore la speranza di una buona proliferazione nelle greggi. Il periodo estivo coincideva con la mietitura e quindi l'abbondanza del grano, principale fonte di sopravvivenza per le popolazioni rurali e le feste, con l'avvento del tempo buono, consentivano attività all' aria aperta come gare sportive e prove di abilità. Il periodo autunnale, infine, è basato moltissimo sulla consumazione collettiva del cibo (feste fuori dal paese con gite collettive all' aria aperta presso Santuari o luoghi determinati), feste comuni di condivisione, accompagnate da balli e canti, per concludere il ciclo dell' anno.

Sant’Antonio è una figura centrale del Cristianesimo. Fu un eremita egiziano cui si deve la fondazione del monachesimo. E’ considerato il primo Abate della storia cristiana. La sua storia è simile a quella di altri santi: come Francesco d’Assisi, nacque da famiglia nobile e poi si spogliò dei suoi averi vivendo per venti anni in una fortezza abbandonata nel deserto. I suoi unici alimenti quotidiani erano pane e acqua, preghiera e castità. Fece molti discepoli, e divenne celebre per le sue doti di “guaritore” e “liberatore dal Demonio”. Si narra che egli scendesse direttamente all’Inferno per contendere e recuperare le anime dei peccatori dalle fiamme infernali, e che riuscisse a curare molti malati. Tra questi, molti erano stati colpiti dal male degli ardenti, oggi conosciuto volgarmente proprio come Fuoco di Sant’Antonio. Oltre alle doti di guaritore, divenne anche il protettore degli animali.

Farnese (VT), Italia Regionlazio
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