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Preparazione delle "origliette" sarde

L'esecutrice fa preparare alla figlia 12 uova di campagna, un chilo di farina, un pizzico di sale e due cucchiai di strutto da mescolare insieme nella planetaria. Una volta che l'impasto è sufficientemente omogeneo, la figlia lo tira fuori dalla macchina impastatrice e lo lavora con le mani sul tavolo di marmo, con movimenti ripetuti di pressione in avanti. In questa circostanza per amalgamare gli ingredienti è stata utilizzata la planetaria, ma di solito viene fatto tutto a mano perché viene meglio. La figlia passa quindi l'impasto alla madre, che lo lavora con maggiore energia e metodicità e aggiunge un po' di strutto, fatto da lei stessa in casa. L'esecutrice ci tiene a far notare che quello che fanno le mani non riesce a farlo nessuna impastatrice perchè il calore e la modalità di lavorazione delle mani sono diverse: lei, poi, ha "le mani calde" e questo è perfetto per lavorare la pasta. Quando considera che l'impasto sia pronto, gli disegna una croce sul dorso e lo lascia riposare, coprendolo con un panno. Terminata questa fase, lo fa passare più volte nella macchina che stende la pasta: ogni volta lo piega su se stesso e lo fa passare nella macchina fino a ottenere una striscia rettangolare di pasta liscia, perfettamente piana e sottile al punto giusto. Una volta preparate le strisce rettangolari di pasta, l'esecutrice le taglia con la rotella tagliapasta in lunghe e piccole strisce più o meno della stessa dimensione in modo che i bordi vengano ornati con un unico disegno. Poi lavora con abilità e gesti sicuri ciascuna striscia partendo dalla forma di un piccolo cerchio che quindi viene avvolto da altrettanti petali fatti con le mani, fino a formare una sorta di fiore di pasta, la cui forma può cambiare in base ai gusti di ciascuno: si può fare, spiega l'esecutrice, a nido d'ape o a forma di fiocco e ne realizza degli esempi. Frigge i dolci per pochissimo tempo nell'olio di oliva bollente, da un lato e dall'altro per farli gonfiare, e infine li cuoce nel miele bollente fatto in casa da un'altra figlia.

Osservazioni
L'esecutrice spiega che le origliette hanno la stessa pasta delle seadas e che si cucinano in maniera abbastanza veloce ma che è raro vederle fare. Sono dolci tipici sardi che vengono cucinati in occasione del Carnevale e dei matrimoni: le origliette al suo matrimonio in Sardegna vennero fatte grandi come un piatto. Molte preparazioni derivate dalla tradizione gastronomica sarda legata alla pastorizia vengono preparate durante la Sagra della Pastorizia. La sagra è organizzata dal giovane figlio della famiglia intervistata, allevatore di origine sarda che risiede con la famiglia nel territorio di Farnese da diversi decenni. La comunità sarda è molto numerosa a Farnese e ben integrata con attività legate soprattutto al campo dell'allevamento degli ovini. Il menù della sagra include anche numerosi piatti della tradizione farnesana e ad essa infatti partecipano nell'organizzazione numerosi uomini e donne farnesani (spesso imparentati con i membri della comunità sarda). I piatti della tradizione farnesana ad essere preparati nella sagra sono: l'acquacotta, le pizzette fritte e il cinghiale a bujone, mentre della tradizione sarda, oltre alla pecora bollita, viene preparato anche il porceddu arrosto. La carne delle pecore proviene dall'allevamento dell'organizzatore della sagra ed è offerto dalla sua famiglia. La famiglia degli esecutori è una delle numerose famiglie emigrate dalla Sardegna (Nuoro) negli anni '50-60 in territorio viterbese-farnesano. Sono emigrati come pastori e oggi molti di loro, inclusa la famiglia in questione, sono allevatori di pecore della zona e produttori di formaggio. L'esecutrice è arrivata a Roma per il viaggio di nozze poché suo marito lavorava già qui con le pecore e all'epoca se non ti sposavi non potevi raggiungere tuo marito lontano, così si sono sposati e lei è rimasta a vivere a Farnese. Anche se nel suo caso specifica che la sua famiglia le aveva permesso di raggiungere quello che poi sarebbe diventato suo marito, accompagnata però da sua cognata. Lei viene da Bitti, in provincia di Nuoro, e suo marito da un paese a 12 km di distanza anche se, precisa l'esecutrice, secondo lei c'era un abisso tra il suo paese abitato più da muratori, imprenditori, artigiani, e quello del marito che, invece, era più abitato da pastori.
Farnese (VT), Italia Regionlazio
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