Saperi e tecniche
Farnese allevatore diversi decenni Carnevale anni '50-60 viterbese allevatori un oggi 12 km imprenditori
tradizione gastronomica sarda Sagra della Pastorizia organizzazione numerosi km di distanza famiglia degli esecutori tradizione farnesana numerose famiglie allevatore di origine sarda piatti della tradizione farnesana menù della sagra attività legate provincia di Nuoro pizzette fritte carne delle pecore comunità sarda caso specifica occasione del Carnevale viaggio di nozze allevamento dell'organizzatore della sagra donne farnesani tradizione sarda membri della comunità sarda giovane figlio della famiglia intervistata campo dell'allevamento degli ovini esecutrice allevatori di pecore della zona pasta delle seadas territorio di Farnese fatte grandi pecora sagra famiglia preparazioni Nuoro produttori di formaggio porceddu arrosto Bitti origliette matrimoni territorio viterbese Sardegna acquacotta Roma pastori cinghiale pastorizia bujone abisso marito matrimonio
Preparazione delle "origliette" sarde
L'esecutrice fa preparare alla figlia 12 uova di campagna, un chilo di farina, un pizzico di sale e due cucchiai di strutto da mescolare insieme nella planetaria. Una volta che l'impasto è sufficientemente omogeneo, la figlia lo tira fuori dalla macchina impastatrice e lo lavora con le mani sul tavolo di marmo, con movimenti ripetuti di pressione in avanti. In questa circostanza per amalgamare gli ingredienti è stata utilizzata la planetaria, ma di solito viene fatto tutto a mano perché viene meglio. La figlia passa quindi l'impasto alla madre, che lo lavora con maggiore energia e metodicità e aggiunge un po' di strutto, fatto da lei stessa in casa. L'esecutrice ci tiene a far notare che quello che fanno le mani non riesce a farlo nessuna impastatrice perchè il calore e la modalità di lavorazione delle mani sono diverse: lei, poi, ha "le mani calde" e questo è perfetto per lavorare la pasta. Quando considera che l'impasto sia pronto, gli disegna una croce sul dorso e lo lascia riposare, coprendolo con un panno. Terminata questa fase, lo fa passare più volte nella macchina che stende la pasta: ogni volta lo piega su se stesso e lo fa passare nella macchina fino a ottenere una striscia rettangolare di pasta liscia, perfettamente piana e sottile al punto giusto. Una volta preparate le strisce rettangolari di pasta, l'esecutrice le taglia con la rotella tagliapasta in lunghe e piccole strisce più o meno della stessa dimensione in modo che i bordi vengano ornati con un unico disegno. Poi lavora con abilità e gesti sicuri ciascuna striscia partendo dalla forma di un piccolo cerchio che quindi viene avvolto da altrettanti petali fatti con le mani, fino a formare una sorta di fiore di pasta, la cui forma può cambiare in base ai gusti di ciascuno: si può fare, spiega l'esecutrice, a nido d'ape o a forma di fiocco e ne realizza degli esempi. Frigge i dolci per pochissimo tempo nell'olio di oliva bollente, da un lato e dall'altro per farli gonfiare, e infine li cuoce nel miele bollente fatto in casa da un'altra figlia.
