Saperi e tecniche
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Saperi relativi al vino "Cannaiola"
La "Cannaiola" è un vino eccellente, da pasto e da dessert. Negli ultimi anni questo vino ha fatto un grande passo in avanti per quanto riguarda la qualità, anche se a Marta sono nati diversi conflitti tra soggetti diversi in seguito alla valorizzazione di questo vino. La "Cannaiola" è un vino al palato gustoso, che dà un aroma particolare. Un vino dolce, non asciutto, che va bevuto a fine pasto, in compagnia di amici. Non esiste una grande produzione di questo vino, chi lo produce non professionalmente lo custodisce gelosamente e lo regala agli amici in occasioni conviviali, per un pranzo o una cena. Questa è una caratteristica tutta martana della "Cannaiola", l'essere un vino che non viene consumato tutti i giorni, ma solo tra amici per occasioni particolari. A Marta ci sono cinque o sei produttori ufficiali di "Cannaiola", che dedicano un terreno mirato a "Cannaiola", ma la loro produzione non supera i 100 quintali. Ci sono poi molti contadini che fanno la "Cannaiola" per sé, ma la produzione è poca perché il vitigno non produce grande quantità. Ci sono anche diversi pescatori che hanno dei terreni che tengono a "Cannaiola", con vecchi vitigni ereditati dal padre. A Marta chiunque abbia una "striscia", un piccolo appezzamento di terreno di circa un ettaro, un ettaro e mezzo, mette una "filagna" a "Cannaiola". Ci sono terreni più predisposti a "Cannaiola" e terreni meno predisposti. Per la festa della Madonna del Monte tutti i gruppi portano con sé almeno una bottiglia di "Cannaiola" e durante il pranzo si fa a gara per offrire la "Cannaiola" migliore. La "festa delle passate" inizialmente era chiamata "Barabbata" proprio perchè si metteva a disposizione degli altri il mangiare e il bere, e ciascuno portava ciò che di più buono aveva. Alla fine della festa era frequente che fossero un po' tutti ubriachi. Il pranzo che viene fatto all'arrivo al Santuario è un momento liberatorio e conviviale, che ripaga dei giorni di lavoro passati per preparare i carri per la Madonna; ecco perché è frequente il consumo di vino e di cibi gustosi che vengono offerti e confrontati con quelli portati dagli amici. La "fiasca" che portano ancora
oggi i "villani" al Monte è fatta con il "sarcino", una pianta che viene usata per rivestire le bottiglie e mantenere il vino fresco. Il "sarcino" è una pianta che fa delle "file" di legno che sono adatte alla piegatura. E' una pianta che viene usata anche per realizzare i cesti e i "capagnoli". Le "fiasche" hanno una strozzatura in modo da ridurre il flusso di vino. In passato all'altezza della strozzatura veniva messo un pezzo di canna in modo da poter bere senza appoggiare la bocca sul collo della "fiasca" e bere "a garganella", segno che questa passava di mano in mano parecchie volte.

Arrivo rituale dei "casenghi" ("le casenghe") alla chiesa della Madonna SS. del Monte in occasione della "festa delle passate" ("Barabbata")
Arrivo rituale dei "bifolchi" ("le biforche") alla chiesa della Madonna SS. del Monte in occasione della "festa delle passate" ("Barabbata")
Arrivo rituale dei villani ("le villane") alla chiesa della Madonna SS. del Monte in occasione della "festa delle passate" ("Barabbata")