Saperi e tecniche
tradizione gastronomica sarda taglio delle carni preparazione delle carni origine sarda famiglia Pira Sagra della Pastorizia parte dell'organizzazione della Sagra orecchie del maiale comunità sarda di Farnese autorità maggiore linea regionale seconda edizione tradizione farnesana letteratura rilevante donne numerose figlie parte della famiglia tradizione sarda preparazioni regionali inserimento di alcuni componenti farnesani famiglia di allevatori sottile competizione maggior parte delle donne appartenenti carni del maialino piatto-emblema della tradizione sarda occasione della Sagra della pastorizia tradizioni gastronomiche piatti della sagra ibridazioni familiari virtù porceddu arrosti preparazione conflitti esecuzione esecutrici donna carni agnello sardi farnesane rispetto figlie aromi agosto finocchio rosmarino occasione senso presenti
Taglio e preparazione delle carni per il "porceddu" arrosto
Il maialino tagliato a metà in senso orizzontale viene disposto su un tavolo. La prima esecutrice, in piedi davanti al tavolo, inizia ad "intaccare" la carne del maialino con un coltello in modo da praticare delle fessure profonde che permettono alla carne durante la cottura di assorbire gli aromi senza seccarsi. Contemporaneamente altre esecutrici preparano nei piatti sale, peperoncino rosso e pepe bianco che servono a condire la carne. Altre esecutrici tagliano altri maialini praticando con il coltello tagli in diagonale lungo tutto il corpo dell'animale dal lato della pelle. Prima di praticare i tagli, una di loro asciuga per bene con un fazzoletto l'interno dell'orecchio del maiale e a volte anche gli occhi e tutte le parti che sembrano produrre scorie o che sembrano sporche. Condiscono poi il maialino inserendo nelle fessure e lungo tutto il corpo la miscela di pepe, peperoncino e sale. Una esecutrice pratica un taglio in verticale lungo l'orecchio del maialino e vi inserisce il condimento. Con le mani sparge tutto il condimento lungo il corpo dell'animale, in modo da farlo arrivare su tutta la superficie. Il corpo del maiale viene maneggiato più volte sulla superficie della pelle in modo che i condimenti siano ben assorbiti. Il maialino viene poi rigirato e condito sull'altro verso usando la stessa procedura. Le esecutrici tagliano poi alcuni spicchi di aglio e vi insaporiscono i maialini non inserendoli direttamente nelle carni, ma strofinandoseli sulle mani e strofinando le carni del maialino con le mani insaporite di aglio. Dopo averlo lasciato riposare per più di 24 ore nelle celle frigorifere, i maialini vengono messi nelle teglie per essere infornati, bagnati con olio di oliva e maneggiati per cospargere l'olio su tutte le parti del maiale. In seguito una delle donne prende del lardo, lo taglia a fette molto sottili e un'altra le infila nelle carni dei maialini nelle teglie. A fine preparazione una delle donne innaffia i maialini di succo di limone in bottiglia. Le teglie vengono poi collocate su un furgone e portate in un forno del paese, dove vengono infornate per fare cuocere il "porceddu". Una volta cotto, il "porceddu" viene tagliato a pezzi con le forbici per essere servito. Durante la preparazione le donne, sarde e farnesane, discutono sul modo di preparare il maialino (o "porceddu") arrosto, nelle diverse forme e tradizioni gastronomiche.
